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un colorato percorso lungo una vita
"Qualunque cosa sogni di intraprendere, comincia adesso. L'audacia ha del genio, del potere, della magia". Goethe
Un'epica immagine che mi ritrae con il Prof. Giorgio Grasso, critico e storico dell'arte alla Mediolanum Contemporary Art Foundation di Padova. Qui finalmente con i due maestri A. Warhol e R. Lichtestein che ho amato, studiato e sfidato... senza temerne il confronto
Grafico, scultore, pittore, musicista, cantante rock, Luca Vinciguerra, nato a Livorno nel 1966, è tutto questo, Zazzera bionda, si fa chiamare Steve Sperguenzie definito incrocio tra Mick Jagger e Roger Daltrey. Suona e canta in maniera scatenata in un gruppo psichedelico a limite del punk e in un orchestra con un piccolo strumento, l’ukulele, una chitarra hawaiana di origine portoghese, da lui tutta dipinta. “E’ con la musica che mi mantengo e posso comprare i materiali con cui faccio le mie sculture in vetroresina, le scatole luminose, e le creazioni pop, in gara con Warholl e Lichtestein”. Musica e arte visiva sono strettamente connesse in un linguaggio forte che attraverso il fumetto, crea immagini audaci ed esplosive. Cani senza testa, poltrone a forma di lingua come la Stoneschair creata con il logo dei Rolling Stones, città giottesche fatte di pittura e scultura insieme, cuori incatenati e cani privi di testa. Ma come mai cani sempre senza testa? “E’ l’uomo, siamo noi, senza cervello”. Le sue opere, incisive e belle nella loro crudezza, colpiscono l’uomo e la società di oggi come sferzate piene di freschezza perchè Luca, figlio del noto pittore livornese
Antonio Vinciguerra, il bello ce l’ha nel sangue. Non sopporta, ad esempio, di vedere andare in rovina la città, Livorno, con la Fortezza medicea trecentesca in abbandono e Vills Mimbelli alle ortiche. Con le sue figure esprime tutta la sua ribellione. Sin da piccolo ha visto il padre dipingere. “Ma ho voluto distinguermi, anche se lo ammiro moltissimo”. Così dopo il Liceo artistico a Lucca e l’iscrizione della facoltà di architettura di Firenze, si è messo in gioco frequentando corsi di designer, restauro, incisione, aerografia. ha creato un centro culturale, lavora in un suo studio livornese prendendo spunto da loghi che diventano oggetti d’ arredo come poltroncine, tazze di caffè, cubi luminosi. Il New-town, un dodecaedro (cm 60X65X70), in cui è dipinta una città fantasma con i suoi grattacieli, le finestre buie, è inquietante e sembra portare alle estreme conseguenze la Città che sale di Boccioni o le geometriche case di Giotto. La Poltrona, in fibra di vetro formata da una lingua oscena, rappresenta il lusso sfrenato tra sesso e droga. così tra schermi luminosi, pellicole colorate, loghi ed insegne , Vinciguerra crea il suo ”nuovo bello”.
" IL GIORNALE"
da: Le Arti visive che nessuno vi racconta...
Vinciguerra con il fumetto mescola rock e arti visive"
Maurizia Tazartes
Futura Art Gallery
Seduto all'interno della "Futura Art Gallery" mentre ammiro tra il commosso ed il divertito le mie "Stoneschairs" che speculari incorniciano opere di Peter Halley.... [un vero onore]. Grazie Claudio Francesconi per la ghiotta opportunità. Quindi riposando soddisfato rifletto a gran voce un pensiero che vorrei condividere: ..."ad oggi quest’opera è stata esposta in gallerie sia in Italia che all' estero, al fianco di artisti contemporanei quotatissimi come Peter Halley, Jorrit Tornquist, Jhonathan Prince, o maestri del passato come: Barnett Newman, Andy Wharoll, e Liechtenstein... e designer di immenso valore"...
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